Lo stambecco
Carta d'identita, storia, comportamento
Carta d'identità:
Nome specie: Capra ibex
Ordine: Ungulati
Nome comune: stambecco alpino
Distribuzione: arco alpino
Dimorfismo sessuale: La differenza fra i sessi è ben evidente ed è riscontrabile sia dalle differenti dimensioni delle corna sia dalla mole corporea: il maschio adulto (bouc) è robusto e possiede corna striate lunghe sino a un metro e con un peso che può arrivare a 8 chilogrammi. Per sopportare un tale peso ha un cranio ampio e un collo con una muscolatura molto sviluppata. La femmina è più piccola e le sue corna sono più fini e non superano i 30 centimetri di lunghezza La pelliccia è più chiara di quella del maschio: bruno chiaro in estate e più scura in inverno.
Peso: la femmina pesa in media tra 40 e 50 kg, mentre certi maschi possono pesare fino a 110 kg.
Alimentazione: lo stambecco è erbivoro. Come il camoscio si alimenta di buon mattino e la sera; il resto della giornata lo trascorre a ruminare. Per il suo nutrimento predilige le graminacee, le leguminose, foglie di rododendro, muschi ed è anche in grado di digerire i licheni.
Riproduzione: Il periodo della riproduzione va da metà dicembre a metà gennaio. La femmina partorisce a giugno un piccolo, raramente due, ogni anno o ogni due.
Longevità: la speranza di vita è collocata tra i 15 e i 20 anni, ma sono documentati casi di animali che hanno raggiunto i 22 anni di età. Le femmine sono più longeve dei maschi.
L'asso delle rocce
Insensibile al vuoto e molto agile lo stambecco frequenta vertiginosi versanti rocciosi. Il suo senso dell'equilibrio e gli zoccoli così aderenti da essere assimilabili a pedule da arrampicata, gli permettono di muoversi in un ambiente dove nessun altro mammifero potrebbe sopravvivere.
Troppo confidente con l'uomo: ha rischiato l'estinzione...
Davanti a un pericolo lo stambecco, solitamente non reagisce ma fugge cercando rifugio su pareti rocciose dove si sente al sicuro.
Questa strategia gli ha permesso durante i millenni di scappare dai predatori, ma non gli è servita per contrastare l'azione dell'uomo soprattutto dopo l'invenzione del fucile.
Il risultato è stato che lo stambecco nel XIX secolo ha rischiato l'estinzione. La specie si è salvata grazie alla protezione messa in atto dall'Italia che ospitava l'ultima popolazione di stambecco delle Alpi.
...con l'aiuto dell'uomo è tornato passo dopo passo su tutte le Alpi
Le reintroduzioni a partire dal Parco nazionale del Gran Paradiso e la protezione nei vari Paesi alpini hanno permesso allo stambecco di ricolonizzare passo dopo passo tutte le Alpi.
Le prime reintroduzioni, negli anni Venti del secolo scorso, furono fatte nella Riserva reale di Caccia Valdieri-Entracque, in Italia. Dai pochi capi la popolazione si è sviluppata e con l'aiuto di alcune operazioni faunistiche si è estesa a buona parte del massiccio transfrontaliero Marittime-Mercantour.
Nel 1987, il primo progetto di collaborazione tra i parchi Marittime e Mercantour è stata la reintroduzione di stambecchi dell'Argentera nell' Haut Var, le Bachelard e l'Haut Verdon del Parc national du Mercantour. Dopo questa operazione, gli stambecchi si sono moltiplicati rapidamente estendendo l'areale di distribuzione.
Generata da un numero esiguo di stambecchi, la popolazione dell’area Marittime-Mercantour ha una bassa variabilità genetica. Per aumentarla, nel 2005 e nel 2006, nel Mercantour sono state effettuate delle reintroduzioni (22 femmine) nell' Haut Var e in Bachelard con animali provenienti dal massiccio di Belledone e dalla Vanoise.
Sito realizzato nell'ambito del PIT "Spazio transfrontaliero Marittime Mercantour" Programma ALCOTRA 2007-2013 e rivisto e aggiornato con il progetto: