Parchi senza frontiere
Alpi Marittime e Mercantour: un passato, un presente e un futuro condivisi
Situato all'estremità occidentale dell'arco alpino, il massiccio dell'Argentera-Mercantour comprende quasi 100.000 ettari di natura protetta. Collegamento spettacolare tra le Alpi e il Mediterraneo, è anche uno spazio storico di scambi tra popoli e culture.
Il massiccio è protetto sul versante francese dal Parc national du Mercantour e sul versante italiano dal Parco naturale Alpi Marittime, nato nel 1995 dalla fusione del Parco naturale dell'Argentera con la Riserva del Bosco e dei Laghi di Palanfrè.
Nel 2016 sono state create le Aree Protette delle Alpi Marittime, che riuniscono il Parco Naturale Alpi Marittime, il Parco Naturale del Marguareis e sette Riserve Naturali : Rocca San Giovanni Saben; Grotte del Bandito; Ciciu del Villar; Crava Morozzo; Benevagienna; Sorgenti del Belbo; Grotte di Bossea.
Insieme, il Parco nazionale del Mercantour e le Aree Protette delle Alpi Marittime ospitano dei patrimoni naturali e culturali unici in Europa.
Per proteggere questi patrimoni comuni, i due spazi naturali sono gemellati dal 1987, con l'ambizione comune di valorizzare una continuità territoriale che ignora qualsiasi frontiera. Questa collaborazione intensa, probabilmente una delle più riuscite tra Parchi europei contigui, li ha posto in cima allo statuto di primo Parco europeo nel 2013.
Una notevole varietà di fauna e flora
Dalla compresenza su un unico territorio di influssi alpini, provenzali, mediterranei e liguri nasce l'eccezionale diversità di specie animali e vegetali. Non è raro osservare, a poche centinaia di metri l'una dall'altra, specie alpine e specie tipicamente mediterranee.
I due Parchi ospitano numerose piante endemiche, che vivono soltanto in una zona molto ristretta, quale ad esempio la famosa Saxifraga florulenta, specifica del massiccio cristallino transfrontaliero. Camosci, stambecchi, caprioli, cinghiali... ma anche lupi, volpi, ermellini e marmotte sono solo pochi esempi dei 58 mammiferi che popolano i due Parchi.
D'altronde, sono state recensite più di 150 specie di uccelli, tra cui numerosi rapaci prestigiosi, il più famoso dei quali, il gipeto barbuto, un magnifico avvoltoio dall'apertura alare di 2,8 m, è oggetto, sin dal 1993, di un programma di reintroduzione internazionale a cui partecipano i due Parchi.
Ultima propaggine delle Alpi verso il mare, il massiccio Marittime Mercantour termina nel Mediterraneo in territorio francese. I rilievi prealpini più morbidi lasciano il posto progressivamente a quelli più agressivi del massiccio cristallino. Gli uomini si sono insediati su questo territorio da millenni, rilavorandolo attraverso terrazzamenti, canali di irrigazione, sentieri e mulattiere, grange e meire in alta quota.
Secoli di rapporti tra i due versanti delle Alpi
I territori di questi due Parchi, sin dall'inizio dei tempi, sono sempre stati strettamente legati. L'Uomo ha abitato queste montagne sin dalla Preistoria, come testimoniano le 36.000 incisioni rupestri risalenti all'era del rame e del bronzo che si possono ammirare nelle valli delle Meraviglie e di Fontanable.
In tempi più recenti, il nizzardo e il cuneese hanno sviluppato numerosi scambi per i quali si è resa necessaria la creazione di vie di comunicazione, come l'antica "Via del Sale".
Infine, verso la metà dell'800, il massiccio Argentera-Mercantour faceva parte del Regno di Sardegna. Il sovrano allora in carica, Vittorio Emanuele II, detto anche "il Re Cacciatore", fu il primo a preoccuparsi della salvaguardia di questi territori: quando si accorse che il numero di camosci continuava a ridursi e che lo stambecco era stato eliminato, decise di creare, il 26 dicembre 1859, una Riserva Reale di Caccia sui massicci del Mercantour e dell'Argentera.
Ed è così che, nel corso dei secoli, sui due versanti delle Alpi meridionali, si sono organizzati scambi umani ed economici e si sono instaurati modi di vivere, usi e tradizioni molto simili. É così che, nell'Argentera-Mercantour, si è forgiata una forte identità comune, rafforzata dall'uso di dialetti occitani molto simili.
Una stretta cooperazione
Sin dalla loro creazione, i due Parchi sviluppano una collaborazione sempre più stretta per una stessa missione di protezione e valorizzazione delle ricchezze culturali, paesaggistiche e naturali, lavorano insieme per la salvaguardia della biodiversità, ad esempio occupandosi di specie che non conoscono le frontiere, come l'aquila reale e il lupo. A volte operano il trasferimento di stambecchi, organizzano operazioni di reintroduzione del gipeto barbuto, scambiano competenze e personale, sviluppano strumenti comuni di gestione, come un sistema informativo territoriale, e si consultano in materia di pedagogia, sviluppo sostenibile e cultura...
Gemellati nel 1987, nel 1998 i due Parchi hanno sottoscritto una carta di cooperazione il cui obiettivo è il rafforzamento della loro identità transfrontaliera. Nel giugno 2013, i Parchi hanno approvato la creazione di un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT), uno strumento giuridico europeo di gestione transfrontaliera che facilita la realizzazione di progetti complessi e integrati. Nel breve periodo, questo GECT dovrebbe essenzialmente permettere di creare, sul piano giuridico, una struttura unica di gestione dello spazio protetto - dando così vita, a tutti gli effetti, al primo vero e proprio Parco europeo.