L’aquila reale
Regina del cielo
L’aquila reale, rapace di grande taglia, è stata per lungo tempo insieme allo stambecco una delle specie simbolo dei parchi gemelli Marittime-Mercantour. Oggi condivide questa notorietà anche con il gipeto, reintrodotto in tempi recenti, e con il grifone, specie estivante regolare. Il numero totale delle coppie individuate da entrambe le aree protette ammonta a 67 coppie, di cui 53 si trovano nel Mercantour (distribuite nelle zone del cuore, d’adesione e d’influenza del Parco). Tale abbondanza è il risultato congiunto delle azioni di protezione della specie e della regolamentazione applicata dai due Parchi. Così le aree protette rappresentano una garanzia contro il disturbo sui siti riproduttivi e l’accesso alle riserve alimentari.
Biologia ed ecologia
L’aquila reale (Aquila chrysaetos), insieme al gipeto e al grifone, è uno dei più grandi rapaci delle Alpi. La sua apertura alare può raggiungere i 220 centimetri, il corpo è massiccio, le ali sono lunghe e larghe e a bordi paralleli, il piumaggio in età adulta è uniformemente marrone scuro ad eccezione della testa e della nuca, striate di giallo-oro. Nelle nostre regioni, frequenta il limite superiore dei boschi, le zone d’alpeggio e i versanti rocciosi. Ogni coppia occupa un vasto territorio, la cui estensione varia da una quarantina a circa un centinaio di chilometri quadrati, nel quale costruisce uno o più nidi. Questi sono costituiti da un ammasso di rami collocati su cenge riparate in falesie rocciose (a volte anche su grandi alberi), a una quota inferiore rispetto alle aree di caccia. Ad ogni stagione riproduttiva la coppia sceglie un nido e lo rinforza con rami nuovi. La deposizione delle uova (una o due) avviene una volta l’anno, da metà marzo a fine maggio. I genitori allevano un solo piccolo (raramente due), che prende il volo tra l’inizio di luglio e la fine di agosto. L’aquila reale caccia sorvolando lentamente le pendici delle montagne e sfruttando le irregolarità del terreno; le prede sono catturate con una breve picchiata sia a terra sia in volo. Si nutre di mammiferi (la marmotta è la sua preda preferita), ma anche di uccelli (pernice bianca e gallo forcello). In periodi di carenza di prede vive, in genere durante l’inverno, l’aquila si accontenta anche di carcasse, per le quali può competere con il gipeto e con la volpe.
Conservazione
L’aquila reale è un rapace ad ampia distribuzione, ben rappresentata nell’Europa del Nord e nei paesi del Mediterraneo. In Francia e in Italia si riproduce nei grandi massicci montuosi e nelle regioni pedemontane: Alpi e Prealpi, Massiccio Centrale meridionale, Pirenei, Corsica... La specie è considerata ancora a rischio in Europa, tuttavia le popolazioni presenti sono oggi stabili o in aumento grazie alle differenti azioni di protezione di cui sono oggetto a livello internazionale e alla disponibilità di prede. Sebbene la distruzione sistematica non sia più praticata, rimangono tuttavia numerose cause di mortalità: esche avvelenate destinate ad altri predatori, collisioni contro le reti elettriche, bracconieri... A queste cause bisogna aggiungere le azioni di disturbo, quali la creazione di piste forestali e la pratica di attività sportive come l’arrampicata, il parapendio, la caccia fotografica.
Protezione
La specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”, nell’Allegato II della Convenzione di Berna, nell’Allegato II della Convenzione di Bonn, nell’Allegato II della Convenzione di Washington e nell’Allegato C1 del Regolamento CEE/CITES. L’aquila è specie a protezione assoluta, in Francia, in base al provvedimento Ministeriale “Uccelli”, del 5 marzo 1999, e in Italia in base alla Legge 157/92.
L’aquila nei due Parchi
Fin dall’istituzione dei due Parchi Alpi Marittime e Mercantour, si è ritenuto di attivare dei protocolli di censimento delle coppie e di monitoraggio della riproduzione (delimitazione dei territori, ricerca di nidi, controllo dei parametri di riproduzione). La popolazione di aquila reale dei due parchi (aree protette) raggiunge un totale di 38 coppie. Su entrambi i lati dello spartiacque frontaliero comune alle due aree protette, si contano undici coppie che occupano la parte superiore delle valli, da quella del Sabbione fino a quella del Valasco (versante italiano) e dal Vallone di Valmasque fino al Vallone di Chastillon (versante francese). I siti di nidificazione sono situati più in quota sul versante italiano, con una maggioranza di nidi tra i 1500 e i 2000 metri, mentre sul versante francese (analisi sull’intera popolazione) sono ripartiti in maniera uniforme negli intervalli altitudinali 1000-1500 e 1500-2000 metri (vedere la Carta K).
L’aquila e gli altri
Prima della reintroduzione del gipeto barbuto, l’aquila era il rapace più grande delle Alpi. Non si conoscono le dinamiche che intercorrevano fra le due specie prima della scomparsa del gipeto dalle Alpi. Di per sé, le due specie hanno esigenze ecologiche piuttosto distinte (un diverso regime alimentare, differenti siti di nidificazione) e la concorrenza è limitata. Oggi, con l’insediarsi delle prime coppie di questo avvoltoio, si sa che in alcune aree la competizione per i siti riproduttivi e per la difesa del territorio può essere forte e portare in certi casi ad esiti fatali per entrambe le specie. Questo fenomeno è più marcato laddove la densità di coppie di aquila è molto elevata, come avviene nell’area Marittime-Mercantour. L’arrivo del grifone, specie estivante nel Mercantour ma non nidificante, non sembra aver scatenato una ulteriore competizione interspecifica.
I numeri dell’aquila
Nel cuore del Parco del Mercantour sono state osservate 30 coppie, che salgono a 53 se si tiene conto anche della zona d’adesione e della zona di influenza del Parco ; con gli individui nidificanti nel Parco delle Alpi Marittime, il numero delle coppie raggiunge un totale di 61. Il numero dei nidi varia tra due e dodici per coppia; gli altri parametri (substrato e altitudine) cambiano a seconda del settore geografico (valle a quota più o meno elevata, geologia). La produttività media di giovani su un campione di quattordici coppie, seguite annualmente (tra il 2000 e il 2012) è di 0,46 giovani per coppia e per anno, dati che corrispondono ai valori delle popolazioni montane del resto delle Alpi (0,48). I fattori che contribuiscono ad abbassare la produttività sono le condizioni atmosferiche al momento della cova, l’alta densità di individui che insistono su uno stesso territorio, la presenza di esemplari non accoppiati e, ultimo ma non per importanza, il disturbo causato dalle attività umane. Per quanto riguarda il territorio del Parco Alpi Marittime, si contano nove coppie riproduttive, che diventano sedici considerando la zona di influenza; il numero di nidi varia da due a dodici per coppia, con variazioni indipendenti dal tipo di substrato. La produttività media delle 9 coppie, relativa agli anni 2002-2011 oscilla fra 0,07 a 0,50 giovani per coppia e per anno. Si sta osservando, con l’aumento del numero di coppie, la diminuzione della produttività media.
Come la maggior parte dei rapaci, l’aquila reale è una specie poco prolifica e la produttività poco elevata nelle aree montane, con meno di un giovane per coppia, riflette la situazione delle popolazioni che appaiono sature (tutti i territori sono occupati). La forte mortalità che caratterizza l’età giovanile va tenuta in debita considerazione per evidenziare possibili decrementi dovuti a particolari attività umane.
Per saperne di più: vedere la Carta K.
Sito realizzato nell'ambito del PIT "Spazio transfrontaliero Marittime Mercantour" Programma ALCOTRA 2007-2013 e rivisto e aggiornato con il progetto: