La sassifraga dell’Argentera
Un endemismo transfrontaliero
La sassifraga dell’Argentera è una pianta alpina endemica, che si trova esclusivamente nel Massiccio cristallino dell’Argentera-Mercantour. Cresce nelle fessure delle rocce silicee, preferibilmente su pareti verticali, ambienti molto selettivi nei quali sono poche le specie in grado di sopravvivere. I popolamenti sono costituiti da pochi esemplari per stazione: da dieci sino a poche centinaia. Le caratteristiche biologiche ed ecologiche della sassifraga, nonché la sua distribuzione ristretta ne fanno una specie di alto valore naturalistico. La maggior parte del suo areale di presenza ricade all’interno dei confini dei due Parchi.
Sassifraga dell’Argentera: l’identikit
La sassifraga dell’Argentera (Saxifraga florulenta) è una pianta acidofila, che ha bisogno cioè di suoli acidi, con un pH compreso tra 4 e 5,5: per questo le rocce silicee del Massiccio cristallino dell’Argentera-Mercantour fanno al caso suo. È perenne, perché il suo ciclo vegetativo non si conclude in una stagione, ma la pianta cresce lentamente di anno in anno: può raggiungere i 40-75 anni d’età!
La sassifraga ha una base legnosa, ben ancorata nelle fessure di pareti ripide. Le sue foglie dalla forma allungata e dal margine cartilagineo, strettamente appressate, formano una rosetta rotonda (da 5 a 15 centimetri di diametro) molto densa, caratteristica della specie. Le foglie che la costituiscono sono coriacee, di colore verde scuro e acuminate. Dal centro della rosetta, durante la fioritura, si diparte uno stelo di 10-40 cm, coperto di una sottile peluria, di color rosa violaceo, che porta alcune centinaia (200-300) di fiori bianco-rosati o rosa chiaro, disposti a grappolo rovesciato. La sassifraga fiorisce sola una volta nel corso della sua vita, tra luglio e agosto, e dopo la fruttificazione muore rapidamente (si dice che la pianta è “monocarpica”, dal greco monos, “uno” e karpos, “frutto”). Il frutto è una piccola capsula globosa a due logge, compresa nel calice.
Habitat e distribuzione
La Saxifraga florulenta è un endemismo delle Alpi Marittime italo-francesi: questo vuol dire che specie è presente solo ed esclusivamente in questo territorio circoscritto, dove cresce principalmente tra i 1950 e i 3250 metri. Nelle stazioni più in quota vegeta preferibilmente sui versanti soleggiati, mentre più in basso predilige quelli meno esposti. La sassifraga privilegia le fessure oblique o verticali delle falesie del Massiccio cristallino (su gneiss, magmatite e anatexite, più raramente su peliti o scisti ed eccezionalmente su arenaria, ma solo se il pH è sufficientemente acido) e in maniera sporadica negli sfasciumi rocciosi. È più rara trovarla sui graniti detti dell’Argentera: le poche stazioni conosciute sono localizzate su una fascia rocciosa corrispondente a una zona di schiacciamento (milonite della Valletta-Mollières), nel settore dei Laghi Nègre e Fremamorta (valle della Vésubie). La Saxifraga florulenta si incontra tra le associazioni vegetali tipiche delle falesie silicee delle Alpi sudoccidentali, particolarmente ricche in specie endemiche (alleanza Saxifragion pedemontanae).
La situazione nei due Parchi
Come già detto, la Saxifraga florulenta è un endemismo ristretto del Massiccio Cristallino dell’Argentera-Mercantour: l’area in cui è presente è dunque molto ridotta. Sul lato francese, la troviamo dall’alta Valle Roya (Punta di Peirafica) all’alta Valle della Tinée (Rocca dei Tre Vescovi). Sul versante italiano, è distribuita dalla Valle Vermenagna (Vallone degli Albergh) alla Valle Stura (Vallone del Piz). In generale le popolazioni sono costituite da pochi individui isolati: le stazioni a forte densità sono rare. È invece frequente imbattersi nelle fessure in gruppi di 4-5 rosette attaccate le une alle altre.
All’interno dei due parchi Alpi Marittime e Mercantour, che coprono la maggior parte dell’area di presenza della pianta (circa 100 km2), sono inventariate, al momento, un totale di 300-400 localizzazioni.
Sopravvissuta alle glaciazioni
La Saxifraga florulenta è una pianta relitta, già presente alla fine dell’era Terziaria (4 milioni di anni fa), che è sopravvissuta in alcuni settori delle Alpi del Sud ai successivi periodi di raffreddamento e riscaldamento climatico dell’era Quaternaria. È riuscita a resistere alle glaciazioni adattandosi al particolare habitat delle fessure su pareti silicee verticali. Specializzata a sopravvivere in un ambiente molto circoscritto con caratteristiche ben precise e con una sola chance riproduttiva durante l’unica fioritura, la sassifraga dell’Argentera è una specie vulnerabile, minacciata dalle variazioni climatiche e dal danneggiamento dei siti. Fra le attività potenzialmente più pericolose si registrano oggi l’apertura di itinerari di arrampicata o di vie ferrate in quota.
Uno studio genetico recente (Szövényi et al. 2009) ha messo in evidenza la scarsa variabilità genetica della specie. È quindi necessario evitare la frammentazione della popolazione di sassifraga e conservare ogni pool genetico in vista dei cambiamenti climatici già in atto: fra i pochi pool genetici disponibili ve ne potrebbe essere uno in grado più degli altri di far fronte a un aumento delle temperature.
Si stimano 450 stazioni registrate di sassifraga dell’Argentera (inclusi siti tratti dalla bibliografia scientifica) sul territorio dei due Parchi, che coprono la maggior parte dell’areale di distribuzione della pianta.
L’ecologia, i caratteri biologici particolari, la ripartizione geografica limitata al solo Massiccio Argentera-Mercantour fanno della sassifraga una specie botanica d’interesse europeo, tutelata a norma di legge.
Preziosa, fragile e protetta
Nella sua area di distribuzione la sassifraga è vulnerabile : basti pensare che localmente possono anche esserci molti esemplari, ma sono gli unici esistenti al mondo! In passato le stazioni più accessibili di Saxifraga florulenta hanno subito saccheggi sistematici, ad opera di collezionisti. Fortunatamente questa pratica sembra oggi essersi attenuata.
A livello internazionale, la Saxifraga florulenta è inserita nell’Allegato I della Convenzione di Berna del 1981 (che, tra gli altri, ha lo scopo di assicurare la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali) e negli Allegati II e IV della Direttiva europea Habitat (relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) del 1992.
A livello nazionale, il “Libro rosso della Flora in pericolo in Francia” (Tomo 1, specie prioritarie), classifica la sassifraga dell’Argentera come specie sub-endemica rara e/o minacciata. Inoltre, la presenza delle stazioni all’interno del cuore del Parco nazionale del Mercantour, implica per la specie e il suo habitat la protezione prevista dal decreto n. 2009-486, sezione I, “Regole relative alla protezione del sito naturale”, Art. 3.
In Piemonte è considerata specie a protezione assoluta dalla Legge Regionale n. 32 del 1982.
Per saperne di più: vedere anche la Carta J e la Scheda 6 “Habitat e Endemismi”.
Sito realizzato nell'ambito del PIT "Spazio transfrontaliero Marittime Mercantour" Programma ALCOTRA 2007-2013 e rivisto e aggiornato con il progetto: