I colli principali nella storia
La viabilità transfrontaliera/2
A piedi, in bicicletta, in automobile: a seconda dei casi, i valichi che uniscono i due versanti dello spazio transfrontaliero Marittime Mercantour possono essere oggi attraversati per piacere o per lavoro. Ciascuno ha dietro di sé una storia antica di secoli...
Colle di Tenda
Valico di notevole importanza storica, mette in comunicazione diretta Limone, in Val Vermenagna, con Tenda, in Val Roya. Frequentato assiduamente fin dai tempi preistorici, già a partire dall’Età del Ferro diventa la principale via di rifornimento di sale per le popolazioni padane piemontesi. È facile capire il perché: si tratta del colle posto alla quota più bassa di tutte le Alpi sud-occidentali (1871 metri) nonché del più vicino al mare (40 chilometri in linea d’aria).
In età romana, ai tempi della guerra civile tra Cesare e Pompeo (I sec. a.C.), alcune legioni hanno probabilmente passato il Tenda. Nei secoli successivi, dopo la conquista della Gallia transalpina, l’accesso al colle viene controllato secondo l’ordinamento romano. Il tracciato che valicava il passo, di cui restano visibili ampi tratti sul versante italiano nel vallone di San Lorenzo, era una “via munita”, cioè una strada lastricata, percorribile contemporaneamente in entrambi i sensi da ogni tipo di carro in uso all’epoca: era abbastanza ampia e agevole da permettere alle carovane di percorrere fino a 23 miglia (34 chilometri) al giorno.
Gli scavi condotti nel 2011 e nel 2012 al Colle di Tenda hanno confermato la presenza di un santuario attivo a partire dall’Età del Ferro fino alla fine del 1300. In parte distrutto dai lavori per la costruzione della rete viaria e delle linee militari, questo luogo di culto sorgeva nel punto culminante di una strada e alla frontiera tra comunità diverse. Il materiale votivo, abbastanza abbondante, comprende soprattutto della ceramica e centinaia di monete che rendono l’idea dell’intensità degli scambi sui due versanti. Questi oggetti erano distribuiti in prossimità delle steli e dei ciottoli di fiume deposti sul luogo dai viandanti. Alcune di queste pietre erano poste a sigillo di depositi di ceneri. L’analisi di una coppa per le libazioni ritrovata sul posto ha permesso di mettere in evidenza delle offerte di latte e di miele. Per quanto modeste, le vestigia del santuario testimoniano in maniera indiscutibile una frequentazione regolare del Colle di Tenda nell’Antichità.
A partire dal V secolo, con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e per circa 600 anni, il valico vede il continuo passaggio di eserciti stranieri e di bande di saccheggiatori diretti ora verso la Pianura Padana ora verso la costa mediterranea.
Negli ultimi anni del IX secolo, i Saraceni saccheggiano e bruciano i borghi della valle Roya e si impadroniscono di alcune fortificazioni poste presso il Colle di Tenda in località Scapitol, che diventano la base delle loro incursioni nelle valli cuneesi.
Le cronache segnalano il passaggio da parte di personalità importanti per tutto il Medioevo. Nel 1259 attraversa il colle il conte di Provenza Carlo I d’Angiò, per prendere possesso di Cuneo e delle valli Gesso, Stura e Grana (le alte Valli Vermenagna e Roya rimangono invece parte della Contea di Tenda, indipendente fino al 1581). Nel 1348 segue le sue orme la regina Giovanna I d’Angiò, alla testa delle milizie provenzali dirette a Napoli per riconquistarne il trono. Tra il 1521 e il 1544 il controllo del valico è conteso due eserciti: quello francese di Francesco I e quello spagnolo di Carlo V.
Nel 1581 la piccola ma potente Contea di Tenda, gelosa ed esosa custode del colle, viene infine annessa ai territori di Casa Savoia. La nuova situazione politica induce il duca Carlo Emanuele I a dare il via a una serie di lavori di miglioramento della strada per Nizza.
Nel 1613, il duca, sorpreso sul colle da una forte tormenta insieme ad un esercito di un migliaio di uomini, rimane colpito dalla precarietà del collegamento e affida all’ingegnere barone Bottino la progettazione e la costruzione di una nuova strada percorribile da carri e artiglierie. Fallito il tentativo di superare il colle con una galleria partendo da località Panice, il Bottino realizza comunque nel 1614 un’opera gigantesca per l’epoca, la Route Royale tra Torino, la nuova capitale del ducato dal 1563, e Nizza, il suo porto principale. L’impresa richiede la costruzione di numerosi ponti e muraglioni, la demolizione con l’esplosivo di intere pareti di roccia, la deviazione di torrenti e il disboscamento di vaste aree della pianura piemontese. A ricordo degli sforzi titanici fatti per la sua costruzione, Vittorio Amedeo II nel 1692 fa porre sulla strada una grande targa commemorativa nei pressi della gola di Saorge, visibile ancora oggi. Grazie al nuovo percorso venne inoltre realizzato il primo servizio postale, bisettimanale, tra Torino e Nizza.
Durante le guerre dinastiche del XVIII secolo, il valico del Tenda registra continui passaggi di eserciti stranieri. Terminati i conflitti, nel 1780 Vittorio Amedeo III ordina la realizzazione di ulteriori lavori d’ampliamento della nuova strada, portati a termine nel 1788; la via del Tenda diventa così la prima strada interamente carrozzabile che attraversa Alpi. Le migliorie favoriscono notevolmente gli scambi commerciali, principalmente a scapito del non lontano, ma molto meno agevole, Colle di Finestra.
Nel 1792 la Francia rivoluzionaria muove guerra al Piemonte: sul Tenda si alternano nuovamente milizie francesi e piemontesi. Dal 1815, tramontata l’occupazione francese e tornata la Contea di Nizza sotto il controllo dei Savoia, re Vittorio Emanuele I fa istituire il primo servizio di trasporto pubblico da Torino a Nizza, con diligenze trisettimanali.
Nel 1861 la Contea di Nizza diventa francese e nasce il Regno d’Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II. Nel giro di pochi anni, i rapporti tra Italia e Francia si fanno tesi: sul valico viene costruita, da parte italiana, una serie di massicce opere difensive: è il Campo Trincerato del Colle di Tenda.
Nel 1882, l’apertura di un tunnel al di sotto del valico (1321 metri.) tronca l’importanza dell’antica via commerciale del colle. All’epoca della sua inaugurazione, il traforo stradale del Colle di Tenda era il tunnel stradale più lungo mai costruito, con una ragguardevole lunghezza di 3.182 metri. Nel 1898 viene ultimata anche una galleria ferroviaria, molto più lunga di quella stradale (8.099 metri).
Durante la Seconda guerra mondiale, dall’autunno del 1943 alla primavera del ‘45 il territorio fortificato del valico viene occupato da reparti tedeschi e da contingenti fascisti. Infine, il 25 aprile 1945 il tunnel e il colle sono conquistati dalla Division Française Libre del generale De Gaulle, giunta sul suolo italiano dopo avere scacciato le ultime compagini tedesche dalla Valle Roya. Anche sul versante italiano, le truppe nazifasciste sono sconfitte: è la fine del secondo conflitto mondiale.
Due anni più tardi, nel settembre 1947, l’entrata in vigore dei Trattati di Parigi sposta il confine tra Italia e Francia verso nord, consegnando a quest’ultima i paesi di Briga e Tenda e buona parte del territorio del colle, tra cui l’intero complesso dei forti. Il Campo Trincerato del Colle di Tenda e le altre opere difensive della zona si sono così potute salvare dalla distruzione prevista dai trattati di pace per le fortificazioni sul territorio italiano.
Agli escursionisti a piedi o in bicicletta, agli appassionati di parapendio che si incontrano sul colle, le fortificazioni raccontano oggi il remoto passato in armi di questo splendido balcone sulla valle Roya, tornato a essere un luogo di pace e di passaggio.
Colle di Finestra
Tra le omonime cime Est e Ovest, il Colle di Finestra permette il collegamento diretto tra San Giacomo di Entracque, in Valle Gesso, e Saint-Martin, in Val Vésubie. Il colle, uno stretto avallamento a quota 2471m s.l.m., storicamente ha giocato un ruolo di grande rilievo. Basti pensare che in alcuni periodi la sua importanza è stata paragonabile a quella dei grandi colli di Tenda e della Maddalena.
Utilizzato fin dal Neolitico da pastori e cacciatori, il Colle di Finestra è attraversato da una mulattiera di presunta origine romana. Alcuni fanno risalire l’origine del curioso nome del valico al VI secolo, quando i colli delle Alpi Marittime erano “finis terrae”, cioè confine, fra i territori dei Greci e dei Goti. Ma un’altra versione più tarda lega il toponimo a un foro nella roccia, una “finestra” di origine miracolosa che si apre nella montagna in prossimità del colle.
Nel 570 il Colle di Finestra è stato occupato, come tutti gli altri passi piemontesi, dai Franchi scesi a conquistare le vallate alpine per sbarrarne l’accesso ai Longobardi. Ancora il colle viene segnalato come uno dei punti in cui i Saraceni avrebbero superato le Alpi nel corso del X secolo. La strada per il colle è citata in un editto imperiale del 1041, mentre una bolla papale di Innocenzo IV del 1246 elenca tra i possessi dell’Abbazia di Pedona anche il Colle di Finestra. È attestata per il 1287 l’esistenza nei pressi del colle di una chiesa e di un ospizio retti da tale frate Jean d’Aix. Si tratta del Santuario di Madonna di Finestra, tuttora esistente, luogo di culto e di ospitalità posto su uno dei tanti sentieri di raccordo del cammino verso Santiago de Compostela. Anticamente era collegato con la chiesa-ospizio di S. Giacomo di Neyreto nella frazione di San Giacomo di Entracque. Che si trattasse di pellegrini o di commercianti di sale, di viandanti, di nobili o di religiosi, il santuario apriva le sue porte a tutti. Ancora oggi, in estate, accoglie i pellegrini delle valli Gesso, Tinée e Vésubie.
Nel corso del Basso Medioevo si intensificano i passaggi per il colle di nobili provenzali con i loro eserciti: nel 1305, il conte Carlo II di Provenza transita alla testa di 1000 fanti e 300 cavalieri; nel 1310 è il conte Roberto d’Angiò diretto a Cuneo con la regina Sancia e 400 cavalieri di scorta a attraversare il valico; nel 1320 è la volta del futuro re di Francia Filippo VI di Valois e nel 1372 del conte Raimondo di Beaufort.
Col passaggio della contea di Nizza al Ducato di Savoia nel 1388, il Ducato guadagna un prezioso corridoio che collega i territori alpini al mare. I duchi spostano allora il traffico di sale e altre merci dal Colle di Tenda, controllato dalla Contea omonima e soggetto a esosi balzelli, sulle vie delle valli Gesso e Vésubie, meno agevoli, ma per lo meno gratuite. A più riprese vengono appaltati lavori di ristrutturazione e miglioramento dei percorsi attraverso queste vallate, spesso affidati a un intraprendente personaggio, tale Paganino del Pozzo, gabelliere per conto dei Savoia. Per risparmiare un giorno di viaggio tra Nizza e Saint-Martin-Vésubie, Paganino del Pozzo costruisce, a partire dal 1443, un nuovo itinerario che passa da Levens, Utelle e Lantosque. Il nuovo tracciato richiede la costruzione di ben 10 ponti sul torrente Vésubie, ma fa risparmiare al Ducato 2000 fiorini l’anno sul solo noleggio dei muli.
Sul finire del XVI secolo, il Colle di Finestra vive il suo periodo di massimo splendore: detiene il primato di passaggi tra Cuneo e Nizza, preferito addirittura alla via del Colle di Tenda.
L’importanza del Colle di Finestra decade nel 1575 proprio in favore del Colle di Tenda, quando la contea omonima diventa parte dei domini sabaudi: eliminato il problema dei dazi, il più comodo valico della Val Vermenagna diventa allora la via principale per traffici e comunicazioni.
Più tardi, dopo il periodo segnato dalle guerre di successione delle Case regnanti europee, si registra sul colle la presenza alternata di milizie franco-spagnole e austro-piemontesi. Al termine della guerra tra la Francia repubblicana e il Piemonte (1815), l’ampliamento a via carrozzabile del Tenda, voluto dal re Vittorio Amedeo III, tronca definitivamente i transiti commerciali per il Colle di Finestra.
Colle di Ciriegia
Marcata insellatura posta tra la cima omonima e la Cima della Leccia, mette in comunicazione le Terme di Valdieri, in Valle Gesso, con Saint-Martin-Vésubie.
Nella prima metà del XV secolo, il già citato Paganino dal Pozzo ottiene dal duca Amedeo VIII di Savoia l’incarico di costruire una nuova strada fra Saint-Martin-Vésubie e Valdieri attraverso il Colle di Arnova, l’attuale Colle del Ciriegia secondo la maggior parte degli storici. L’itinerario tracciato da Paganino risulta uno tra i percorsi più brevi da Cuneo a Nizza per le carovane mulattiere adibite al trasporto del sale e di merci varie. L’interesse della “via del sale” decade, come nel caso del Colle di Finestra, a partire dal 1575, in seguito al passaggio della Contea di Tenda allo Stato sabaudo.
Uno degli ultimi episodi degni di essere segnalati, coinvolge il colle nel 1790, quando transitano un migliaio di soldati agli ordini del re Vittorio Amedeo III, impegnati in un’operazione contro i rivoluzionari francesi che occupano parte della Val Vésubie.
Ma il capitolo finale della storia del colle è una pagina drammatica della Seconda guerra mondiale: nel settembre del 1943, anche il Colle di Ciriegia, come il Colle di finestra, è attraversato da centinaia di ebrei in fuga da Saint-Martin al seguito dei militari italiani sbandati della IV Armata di occupazione.
Colle della Lombarda
Ampio valico che si apre tra la cima omonima e la Testa dell’Adrech, noto dal basso Medioevo per la qualità dei pascoli dei due versanti, non ha avuto mai rilevanza storica fino al 1793, quando viene utilizzato da alcuni contingenti dell’esercito piemontese.
Dal XV secolo il percorso da Utelle, vero crocevia commerciale nella bassa Val Vésubie, a Pedona (Borgo San Dalmazzo) attraverso il Colle della Lombarda (via Valdeblore, St-Sauveur e Isola) è considerato una variante della via ordinaria attraverso i colli del Ciriegia o di Finestra. Il colle era anche detto “della Lombardia”, toponimo che fino al XII secolo includeva anche la pianura cuneese, o di Brasca. Il santuario che sorge a valle del colle sul versante italiano, oggi consacrato a Sant’Anna, era infatti indicato fin dal 1307 come dedicato a Santa Maria Brasca.
Nei secoli XIX e XX, il Colle della Lombarda va ricordato quale via seguita dagli abitanti dell’isolata comunità di Mollières, lontana frazione del comune di Valdieri, per scendere a Vinadio. Negli anni venti del Novecento viene aperta la carrozzabile lungo il Vallone di Sant’Anna per il trasporto del materiale destinato ai lavori di costruzione delle fortificazioni del “Vallo alpino”. Durante la Seconda guerra Mondiale il valico diventa teatro di operazioni militari di importanza marginale.
Nel 1960 la costruzione della nuova rotabile tra Vinadio e Isola permette il transito automobilistico turistico tra l’Italia e la Francia, la cui percorrenza è limitata, ancora oggi, alla sola stagione estiva.
Passo di Colla Lunga/Colle Longue
Ampia scia erbosa tra la Cima della Lombarda e la Testa dell’Autaret, è attraversata da una mulattiera aperta nel 1438 ancora una volta dall’intendente delle Gabelle sabaude Paganino del Pozzo. Fin dall’antichità è stato frequentato dai pastori. Nel 1744, le cronache ricordano il passaggio di alcune colonne franco-spagnole dirette sul fondovalle Stura contro l’esercito austro-piemontese. Dagli anni Trenta del secolo scorso il territorio viene presidiato dalla Guardia alla Frontiera (GAF), e successivamente, durante il secondo conflitto mondiale fino al 1943, da reparti italiani della Divisione Livorno.
Il Trattato di Parigi, firmato nel 1947, dedica uno dei suoi capitoli più contesi proprio al settore di Colla Lunga/Colle Longue: un capitolo destinato a far discutere a lungo... (vedere scheda 2).
Colle della Maddalena/Col de Larche
È una vasta insellatura prativa tra Cima La Para e il Monte della Signora, attraversata dalla frequentata strada internazionale Cuneo-Barcelonnette. Si tratta di un valico tra i più importanti storicamente di questo settore alpino, la cui frequentazione risale, quasi sicuramente, a tempi preistorici da parte di pastori di stirpe celto-ligure. In epoca romana si segnala il passaggio di importanti personaggi, tra i quali il console Fulvio Fiacco e Pompeo Magno.
Nell’alto Medioevo il colle registra la presenza di colonne di Longobardi e di Sassoni e più tardi, pare, di Saraceni.
È nel 1231 che gli abitanti del villaggio di Faucon vengono autorizzati dal conte di Provenza a migliorare la strada e il passaggio del colle nonché a fondare un nuovo abitato per l’accoglienza dei viaggiatori. In omaggio alla culla della sua dinastia, il conte Raimondo Berengario chiede che l’insediamento porti il nome di Barcellona, che molto più tardi, l’amministrazione francese trasformerà in “Barcelonnette”.
Verso la metà del secolo XIII è molto sfruttato dagli eserciti provenzali di Carlo I e di Carlo II d’Angiò, a seguito dell’annessione dell’alta Valle Stura alla Contea della Provenza.
In seguito allo spostamento della sede papale ad Avignone (1309), valicano il colle dei nuovi personaggi: sono i corrieri papali, che insieme ai pellegrini si aggiungono alle carovane mulattiere cariche sale e altre merci.
Nell’anno 1382, il valico registra la ripresa dei passaggi di eserciti, tra cui quello di Amedeo VI di Savoia. In età Moderna è la volta dell’esercito francese del re Carlo VIlI di Valois e, nel 1515, dell’imponente e forte armata di Francesco I.
Negli anni seguenti si alternano nel controllo del colle milizie sabaude e francesi. Nel 1630 il passaggio viene sottoposto a severi controlli sanitari per contenere la diffusione della peste. Cessati i pericoli di contagio, riprendono i transiti delle carovane mulattiere commerciali ed anche le ostilità tra i francesi e i piemontesi.
Nel XVIII secolo, durante le guerre di successione delle Case regnanti europee, si registrano continui passaggi di truppe piemontesi, francesi, austriache e spagnole.
Dopo la Rivoluzione francese, le armate francesi utilizzano anche questo valico per invadere e occupare il Piemonte.
Nel giugno 1940, il territorio del passo, presidiato da reparti della Divisione Acqui, diventa zona operativa nella battaglia delle Alpi Occidentali. Pochi anni dopo, nel 1943, valicano anche in questo punto la catena alpina le colonne di militari sbandati della IV Armata, di ritorno sul versante piemontese. L’anno seguente il Colle della Maddalena è teatro dalla battaglia della Valle Stura, combattuta tra bande partigiane e forze corazzate tedesche per il controllo del valico.
A partire dal dopoguerra, il Colle della Maddalena si è confermato quale importante porta per il traffico automobilistico, turistico e pesante, tra il Piemonte sud-occidentale e la Provenza.
Per approfondire: carta A “Le vie di comunicazione” e carta B “Le opere militari”.
Sito realizzato nell'ambito del PIT "Spazio transfrontaliero Marittime Mercantour" Programma ALCOTRA 2007-2013 e rivisto e aggiornato con il progetto: