Clima e idrografia

Montagne sotto l’influsso del mare

Il clima delle Alpi sudoccidentali è influenzato dalla vicinanza al Mar Mediterraneo, che ne mitiga i rigori nella stagione invernale, causa un’irregolare distribuzione delle precipitazioni e crea condizioni di sostanziale aridità in estate, soprattutto sul versante francese e frequenti temporali estivi sul versante italiano. La rete idrografica insiste su nove grandi bacini: tre sul versante italiano, sei su quello francese. I corsi d’acqua hanno un regime torrentizio, caratterizzato da portate maggiori in occasione del disgelo in tarda primavera e delle piogge autunnali. Numerosi sono i laghi in entrambe le aree protette.

Influenze climatiche: dal Mediterraneo al continente

Se le Alpi del nord sono direttamente sottomesse al regime atlantico di piogge provenienti da ovest, le Alpi sudoccidentali subiscono solo marginalmente gli effetti di questa corrente. Le montagne delle Marittime e del Mercantour si trovano sotto l’influenza diretta del Mar Mediterraneo, il quale apporta sul versante francese un clima soleggiato, caldo e inverni relativamente miti. Le precipitazioni, irregolarmente distribuite nell’arco dell’anno, sono massime in autunno e presentano un consistente calo estivo, nonostante il manifestarsi di violenti temporali.

L’azione del clima marino è più attenuata sul versante piemontese, dove le stazioni pluviometriche registrano generalmente un picco autunnale e uno primaverile e un’aridità estiva meno pronunciata rispetto al lato francese. Una particolarità del clima regionale è rappresentata dalle depressioni che si formano sul Golfo Ligure, provocando precipitazioni consistenti nella parte orientale del Massiccio Argentera-Mercantour.

Il territorio dei due Parchi ha anche le caratteristiche generali del clima di montagna: con il progredire dell’altitudine aumenta l’irradiamento solare, si abbassano le temperature e il manto nevoso è più spesso e duraturo.

Caratteri mediterranei sul versante francese, precipitazioni più abbondanti sul versante italiano, dunque, ma non solo. A seconda della quota, dell’esposizione dei versanti e della presenza o meno del vento, ogni vallone, valloncello, conca, ha un microclima particolare. Ogni vallata del territorio transfrontaliero Marittime Mercantour raggruppa così di fatto una moltitudine di microclimi che sono alla base della ricchezza floristica e faunistica del territorio Marittime-Mercantour. Infatti ogni differente combinazione di fattori climatici (temperatura, altitudine, esposizione, ventosità) ed extraclimatici (pendenza, potenza e natura del suolo) favorisce la crescita di un particolare tipo di vegetazione che costituisce l’habitat di alcune specie e non di altre. Sul calcare di un versante soleggiato in media valle cresce il ginepro e cantano gli occhiocotti, ma sul versante di fronte, sulle rocce silicee fioriscono i castagni e fanno il nido le cincie bigie. Le combinazioni possibili sul territorio Marittime Mercantour sono innumerevoli: per questo lo spazio transfrontaliero è un hotspot di biodiversità.

Differenti zone climatiche

Il clima del Massiccio dell’Argentera-Mercantour e dei rilievi vicini è influenzato dal föhn o favonio (un vento caldo e secco) e dalla prossimità del Mediterraneo a sud e della Pianura Padana a est. Tenendo conto dei confini dei macro-bacini fluviali, dell’orientamento delle valli e della distanza dal mare, possono essere individuate tre diverse zone climatiche:

  • Il settore nord, dal Colle di Allos alla Bonette, blocca tutte le perturbazioni che circolano in un flusso nord o nord-ovest. Così si spiegano le rare nevicate sul versante dell’Ubaye che, con leggero sconfinamento, interessano i settori sommitali delle valli del Verdon, del Var e della Tinée. In ogni caso le precipitazioni rimangono essenzialmente legate a flussi da sud e da sud-ovest, anche se alcune sono apportate da correnti provenienti da ovest. I temporali sono meno frequenti rispetto agli altri settori. Spesso è il vento di Mistral a porre fine alle perturbazioni.
  • Il settore est, di confine, dal Colle della Maddalena al Colle di Tenda, subisce le perturbazioni da sud e sud-ovest e i ritorni da est di provenienza dal Golfo Ligure. Si aggiungono gli effetti della “Lombarde” un vento da est nord-est, che apporta rovesci e venti violenti, e mantiene nuvole sulla cresta di confine. Il versante italiano riceve in pieno le precipitazioni apportate da queste correnti provenienti da est. È frequente che l’atmosfera umida produca nebbie nella parte bassa e media dei versanti e che le cime emergano da un mare di nubi.

Un fenomeno ben noto agli escursionisti e arrampicatori piemontesi è la differenza climatica tra un versante e l’altro del Colle di Tenda: in inverno è sufficiente attraversare il tunnel per tornare dall’autunno all’estate, o per fare un balzo in avanti dall’inverno verso la primavera!

In estate le alte valli Roya e Vésubie, collegate al mare da valli orientate nord-sud, sono interessate da numerosi temporali. Al contrario, il versante sinistro dell’alta Tinée, meno accessibile all’aria marina, beneficia di pomeriggi più assolati.

  • Il settore centrale comprende i massicci dell’Authion, del Monte Giraud e del Mounier, i quali costituiscono la prima grande barriera alla risalita di perturbazioni da sud e da sud-ovest. In questa zona, in estate, sono frequenti i temporali. Le perturbazioni da nord e i ritorni da est interessano moderatamente questo settore.

Precipitazioni a confronto

Alle Terme di Valdieri (1390 metri), le precipitazioni raggiungono una media annuale (anni 2003-2011) di 1337 millimetri: si tratta del valore più alto se si considerano le precipitazioni medie registrate nello stesso periodo di osservazione dalle altre stazioni locali: 1036 millimetri a Entracque (anni 2002/2011), 1519 millimetri a Limone Piemonte (anni 1998-2011), 942 millimetri al Colle della Lombarda (anni 1996-2011). A paragone, i valori medi di alcune località francesi di altitudine compresa tra 1100 e 1500 metri di altitudine, dimostrano minori precipitazioni con una diminuzione da est a ovest: Casterino 1389 millimetri, le Boréon 1107 millimetri, Valdeblore 1044 millimetri, Allos 1105 millimetri, Uvernet-Fours 1035 millimetri.

Reticoli d’acqua in evoluzione...

La rete idrografica insiste su diversi macro-bacini. Il versante italiano, dal Colle della Maddalena sino al Colle di Tenda, si suddivide in tre valli principali. Al centro si trovano la Valle Gesso e le sue due diramazioni principali, il Gesso della Valletta e il Gesso di Entracque, a nord si estende la Valle Stura di Demonte, solo in parte compresa entro i confini dell’area protetta, e a sud-est, la Valle Vermenagna.

Il versante francese convoglia le sue acque verso ovest tramite la Durance, alimentata dall’Ubaye e dal Verdon, e verso sud, con il Var e i suoi affluenti da una parte e con il Roya dall’altra.

Nella zona centrale e in quella periferica del Parco nazionale del Mercantour si contano 217 laghi d’alta quota (superficie media 2,2 ettari), la maggioranza di piccole dimensioni.

I corsi d’acqua sono caratterizzati da un regime torrentizio, influenzato in modo preponderante dalle precipitazioni e dal disgelo tardo-primaverile, le cui conseguenze si traducono in grosse portate e rapide piene, a volte devastanti, in primavera e in autunno. La magra invernale ed estiva è più accentuata sulla parte francese del territorio.

...e costellazioni di laghi d’alta quota

Il Parco naturale Alpi Marittime possiede un’ottantina di laghi, le cui dimensioni medie sono pari a 2,7 ettari (laghi artificiali compresi); il numero dei laghi cresce, e sfiora quota 200, se si considera l’intera estensione delle Alpi Marittime. Il Lago del Chiotas, di origine artificiale, occupa una superficie di 54 ettari circa ed è il più ampio tra quelli del versante italiano. Il più grande lago naturale del Massiccio Argentera-Mercantour, situato nella zona periferica del Parco del Mercantour, è quello di Rabuons con una superficie di 32 ettari e una profondità di 42 metri. Il Lago di Allos, fuori dal Massiccio, ma nella zona centrale del Parco del Mercantour, con una superficie intorno ai 54 ettari e una profondità di circa 50 metri, è il più grande specchio d’acqua naturale d’Europa situato al di sopra dei 2200 m.

Lo sfruttamento energetico

Prima della creazione dei due Parchi sono stati costruiti degli impianti idroelettrici sui laghi di alta quota e sui corsi d’acqua. Ne sono un esempio l’impianto dell’Enel in Valle Gesso, uno dei più grandi in Europa, o le numerose dighe che formano laghi artificiali sul versante francese. Il Massiccio cristallino dell’Argentera-Mercantour e la sua copertura sedimentaria giocano quindi il ruolo di un vero castello d’acqua. Da qui partono tutti i corsi d’acqua utilizzati per soddisfare le necessità degli insediamenti umani delle basse valli, della fascia costiera del dipartimento Alpes-Maritimes e della pianura cuneese. Dallo stato di conservazione e dalla gestione delle risorse idriche dipendono la qualità e la quantità dell’acqua necessaria a valle per usi civili e industriali.

Le acque termali: una risorsa viene alla luce

Le stazioni termali delle Terme di Vinadio, in prossimità dei confini del Parco delle Alpi Marittime, e delle Terme di Valdieri, situate invece al suo interno, da secoli sfruttano le sorgenti di acqua calda che fuoriescono dal basamento cristallino del Massiccio. Queste acque, ricche di zolfo e magnesio, raggiungono temperature comprese tra i 50° ed i 69 °C. Sul versante francese, a Roquebillière, area di appartenenza del Parco nazionale del Mercantour, le sorgenti termali di Berthemont-les-Bains sgorgano a circa 29 °C.

Probabilmente tutte e tre le sorgenti termali erano già note ai Romani. Di sicuro erano conosciute le terme di Berthemont-les-Bains, se è vero che già nel 260 d.C. la moglie dell’imperatore romano Galliano, Cornelia Salonina, vi si recò per una cura ricostituente. Ne fu talmente soddisfatta da concedere agli abitanti del paese, all’epoca in buona parte cristiani, la libertà di culto!

Tutti e tre gli stabilimenti sono passati nei secoli attraverso vicende romanzesche: terremoti, alluvioni, visite di nobili personaggi e passaggi di eserciti, periodi alternati di splendore e di abbandono. Oggi le tre terme offrono possibilità di cura e relax agli abitanti delle valli e ai visitatori venuti da lontano per godere dei benefici delle preziose acque calde.

I ghiacciai odierni: un futuro incerto

Nel cuore dell’Argentera- Mercantour, a nord della cresta che collega la Cima dei Gelas a quella del Clapier, si trovano, nonostante una forte regressione accentuatasi negli ultimi due decenni, i ghiacciai più meridionali delle Alpi, distanti appena quaranta chilometri dal mare. Questi ghiacciai non scendono al di sotto dei 2700 metri. La loro particolarità consiste nel fatto che, sotto l’effetto del riscaldamento del sole, il ghiaccio si trasforma direttamente in vapore acqueo senza passare per lo stato liquido. Per questa ragione sono denominati “ghiacciai freddi”.

Nelle Alpi sudoccidentali sono presenti numerosi rock glaciers (o ghiacciai neri), lingue di ghiaccio fossile coperte e protette da materiali detritici e morenici. Alcuni di questi “ghiacciai di roccia” non sono più attivi per la scomparsa del ghiaccio, quali quelli di Mont Pelat, Lac d’Allos, la Bonette. Sul versante italiano, invece, ne sono ancora presenti alcuni nei massicci dell’Argentera, del Monte Gelas e nell’alto Vallone Rovina.

Per saperne di più: vedere le carte G e H

Sito realizzato nell'ambito del PIT "Spazio transfrontaliero Marittime Mercantour" Programma ALCOTRA 2007-2013 e rivisto e aggiornato con il progetto: